Fede, forza e onore !

Dolore e sconcerto davanti al massacro dei giovani in Kenia, proprio perché cristiani. Così in Siria, Iraq, Libia, Nigeria, Sud Sudan, Congo dai fanatici islamici. Una testimonianza che grida, sangue dei nostri fratelli, con il sangue che confessa Cristo. In quelle terre bagnate dall’odio, dove la guerra sembra l’unica via per risolvere i conflitti, in tutti i posti dove la fede cristiana vissuta è causa di discriminazione e persecuzione. “Non si può vivere la Pasqua senza entrare nel Mistero- ha detto Papa Francesco alla Benedizione Urbi et Orbi- e il Mistero ci chiede di non avere paura della realtà.” A Imola nei giorni scorsi è stato espulso un residente marocchino sospettato di collegamenti con i gruppi terroristi. In Kenia, un giovane imolese, dice che sapevano che stava per succedere qualcosa, lo stato aveva messo in allarme la popolazione, Nairobi era blindata. In un silenzio indifferente. Mons. Nazzaro, già Custode di Terrasanta e vescovo emerito di Aleppo, Padre Georges, attuale vescovo di Aleppo, insieme ai nunzi apostolici di quei territori, sfoderano parole terribili. La sistematica persecuzione delle comunità cristiane : l’intenzione di eliminare un gruppo con una identità religiosa precisa è quanto succede ai perseguitati dallo Stato Islamico. Spetta alla comunità internazionale impedire violenze ai danni d’innocenti. L’identità cristiana porta con sé libertà, pensiero indipendente, razionalità e concretezze quotidiane che infastidiscono le realtà non democratiche. Nella tradizione cristiana le relazioni con gli altri si basano sul dialogo e sul rispetto della dignità altrui. Un modello unico di vita e pensiero mal si concilia con l’essere cristiano. Il Papa parla di silenzio complice, come se i diritti di chi crede in Dio non fossero uguali a quelli di chi non ci crede. Quando in Libia lo Stato Islamico decapita 21 copti egiziani, la stampa francese parla semplicemente di cittadini egiziani, omettendo di spiegare che sono stati uccisi per non avere rinunciato alla propria fede. C’è reticenza a difendere i diritti delle persone. Rischiamo che il silenzio generi tragedie ancor più grandi. L’Europa sta rinnegando le proprie radici cristiane ? ”Come diceva Papa Benedetto XVI – sottolinea Mons. Tomasi, nunzio apostolico presso le Nazioni Unite di Ginevra- l’identità religiosa rischia di venire sottomessa ad un laicismo anti religioso. Bisogna distinguere tra laicità intesa come terreno di incontro di fedi diverse e il laicismo di chi mette al bando la dimensione religiosa. Da questa mentalità nasce l’indifferenza per i fedeli perseguitati”. Nel frattempo, i terroristi sono riforniti con le ultime armi, con il migliore addestramento, e con il migliore materiale di comunicazione, sotto la protezione occidentale e con tantissimi soldi provenienti dal petrolio rubato. Dalla Francia le armi, dall’Inghilterra gli istruttori dei terroristi, adesso gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita stanno aiutando al Quaeda e Daesh per distruggere lo Yemen. Poiché la Russia è l’unica potenza mondiale che ha il coraggio di protestare contro questo folle nuovo ordine mondiale, tutte le forze, potenze e organizzazioni mondiali, sono mobilitate per distruggere l’Ucraina, imporre pesanti sanzioni, sabotare, far deprezzare il rublo, ecc. ecc. I principi della resistenza sono quelli della fede cristiana e della dottrina sociale della Chiesa, il genio del cristianesimo, il punto centrale è la dignità dell’uomo, di ogni uomo e di tutto l’uomo. Leo Capobianco, responsabile in Kenya delle opere AVSI, ha scritto una lettera dopo il massacro. Letta a Pasqua, in molte Chiese della nostra Diocesi, risveglia la speranza accendendo il fascino vincente della bellezza disarmata dell’incontro con Gesù. “ Tristezza, ma anche tanta speranza- dice Capobianco- 147morti, più di 80 feriti ( ed ora anche oltre 100 dispersi-ndr) A quanto pare la vita non vale veramente niente per alcuni. Avvertivo in me tanta rabbia, ma anche certezza. La certezza che quello che facciamo e costruiamo ogni giorno è veramente quello che ha bisogno questo mondo. Stare vicino a chi rischia di perdere la speranza, dopo che ha perso un figlio, un marito, una moglie. Pensando alle nostre opere, che di fronte a questo scempio appaiono ancor più grandi nel loro ironico tentativo di fare crescere una nuova generazione : uomini e donne capaci di stare di fronte anche alla morte. Noi abbiamo una speranza, verso la quale guardare per risvegliarsi domani mattina con una forza nuova donata, che nessuno può portarci via. Dai martiri nascono una speranza e una forza più grandi. Sono grato e pieno di letizia del grande cammino che stiamo facendo assieme. Ciao a tutti, Leo.“ Una amicizia piena di verità e di ragione, quella bellezza disarmata. Disarmati, senza altra cosa da portare negli occhi, in ogni fibra dell’essere, che quello che ci ha conquistato, Cristo.
La vera questione è allora che quello spazio di libertà che è l’Europa non sia uno “spazio vuoto, deserto di proposte di vita” ma un luogo dove si possa testimoniare il fascino del vero, il fascino che ci tira fuori dal nulla. Noi per primi.
Di fronte a questa situazione il problema non è degli altri, non è neanche il problema se siamo soli. E’ innanzitutto il nostro problema. E’ una strada lunga, che non mette automaticamente al riparo da pericoli e sconfitte, ma è l’unica in grado di costruire il tessuto umano che sostiene una civiltà.

Paola Paoletti

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